sabato 27 gennaio 2018

27 Gennaio - Giornata della Memoria

Gli unici mostri che ho conosciuto erano uomini.



Probabilmente è la cosa più difficile da comprendere: che perfino l'orrore può diventare normale. Una volta dovevo immaginare come si poteva guardare un upiòr mentre succhiava il sangue dal collo di un essere umano appena ucciso senza dover distogliere lo sguardo.
Ora lo sapevo per esperienza personale: potevi vedere una vecchia alla quale avevano sparato un colpo in testa e sospirare perché il suo sangue ti aveva schizzato il cappotto. Potevi sentire una scarica di arma da fuoco senza battere ciglio. Potevi smettere di aspettarti che accadessero le cose più tremende, perché erano già avvenute.
O almeno così credevo.

Jodi Picoult, "Intenso come un ricordo"

venerdì 12 gennaio 2018

RECENSIONE - "Chilean electric" - N. Fernadez

Buongiorno!

Inaugurare il nuovo anno di letture con uno spettacolare romanzo breve, che meraviglia!

RECENSIONE
CHILEAN ELECTRIC
Nona Fernandez
2017, Edicola Ediciones

TRAMA: Santiago del Cile, 1883. La luce elettrica illumina per la prima volta Plaza de Armas trasformando in un lampo la vita delle persone e il volto della città. Una bambina assiste alla cerimonia, affascinata e spaventata da quel bagliore che si burla del tempo. Molti anni dopo, interpretando gli indizi nascosti nei racconti della propria infanzia, sua nipote ripercorre le strade di Santiago e quelle della memoria per salvare dalle ombre i ricordi e il dono ereditato dalla nonna. In un continuo salto tra passato e presente, finzione e realtà, Nona Fernández costruisce la sua personale genealogia della luce.







Questa scena è mia, sarò io ad azionare l'interruttore non appena avrò terminato il discorso. E dopo aver contato fino a tre, quando accenderò la luce della piazza e comincerò a raccontare di nuovo tutta questa storia, per lo meno qui, nel territorio di questa pagina, né lei né nessun altro scompariranno mai più.

Avevo adocchiato questo libro, leggendo qua e là alcune (pochissime) recensioni sul web, ma soprattutto ero attratta dalla splendida copertina e dalla curiosa storia della CE: la Edicola Ediciones, infatti, è stata fondata nel 2013 da Paolo Primavera e da sua moglie Alice Rifelli, italiani a Santiago, e si pone l'obiettivo di fungere da "ponte" tra il Cile (e l'intero Sudamerica) e l'Italia, portando nel nostro paese autori inediti (in massima parte di lingua spagnola) e anche viceversa.

Ho scoperto solo dopo averlo terminato, incantata dalla sua prosa asciutta e allo stesso tempo lirica ed evocativa, alla ricerca di maggiori notizie, che questo romanzo è stato premiato, nel 2016, come "il migliore pubblicato in Cile", e che la sua autrice è stata definita come uno dei "segreti meglio custoditi della letteratura sudamericana".

Ed è infatti nella letteratura sudamericana più classica, nelle poetiche della prima Allende, di Garcia Marquez, di Amado, e forse ancor più di Manuel Scorza e Manuel Puig, che questo libro affonda le mani, rimescolandone e personalizzandone la narrazione, le tematiche, lo stile, in un modo felice e riuscitissimo.

Nona Fernandez ci racconta dell'avvento della luce in Cile, nel lontano 1883, quando l'illuminazione pubblica raggiunse per la prima volta la Plaza des Armas di Santiago del Cile. Rivive l'avvenimento attraverso le parole della sua amata nonna, e attraverso le sue parole anche il lettore impara l'importanza e la potenza (non solo reale ma anche metaforica) dell'illuminazione, della corrente elettrica, della possibilità - che ora diamo per scontata - di camminare per strada, di vedere immagini, ascoltare suoni, leggere quando vogliamo.

E attraverso il racconto di una vita qualunque immersa in passaggi storici cruciali, rileggiamo anche la storia recente di un paese tormentato e bellissimo, le sue luci e le sue tantissime, cupissime ombre. Leggiamo dei volti degli scomparsi stampati sul retro delle bollette della luce - ironia della sorte crudele. Leggiamo della ferocia del potere che cerca di spegnere le fiamme della rivolta e della ribellione, la luce della democrazia e della libertà. Leggiamo della forza inesorabile delle parole, della possibilità di "illuminare con la scrittura la temibile oscurità".

Consigliatissimo, per iniziare l'anno in modo "illuminante".

Buone letture,
Eva

lunedì 8 gennaio 2018

RECENSIONE - "A proposito di Majorana" - J. Arguello

Buongiorno!

Ben ritrovati qui sul mio blogghino e soprattutto nel nuovo anno. Un po' in ritardo, mi rendo conto, ma arrivo anch'io ad augurarvi tutto il bene possibile per questo 2018 nuovo di zecca cominciato da poco: che sia pieno di serenità, soddisfazione, salute e buone letture, per tutte noi.

Ricominciamo oggi a chiacchierare di libri, parlando di una delle mie ultime letture dell'anno appena finito: un libro che mi ha conquistato alla fiera della piccola e media editoria Più Libri Più Liberi, e di cui vi parlo stamattina.

RECENSIONE
A PROPOSITO DI MAJORANA
Javier Arguello
Trad. T. Camerani e F. Ferrucci
2017, Voland

TRAMA: Nel marzo 1938 il fisico Ettore Majorana sparisce in circostanze misteriose durante una traversata in traghetto da Palermo a Napoli. Quasi ottant'anni dopo l'argentino Ernesto Aguiar, annoiato redattore di necrologi alla vigilia delle nozze, viene inviato nel capoluogo campano per realizzare un servizio sullo strano caso del celebre scienziato. Il viaggio verso l'Italia a bordo di una barca a vela in compagnia di un vecchio compagno di scuola prende però subito una piega inattesa... Un romanzo in cui i princìpi della fisica quantistica si mescolano a un'indagine poliziesca, e l'enigma mai risolto della scomparsa di Ettore Majorana diventa il pretesto per indagare la natura aleatoria della realtà e il desiderio che accomuna tutti di riscrivere il proprio destino.



Nel guardarlo issare le vele e allontanarsi verso l'orizzonte, seppi che non era l'ultima volta che vedevo lui o la Victoria perché, segretamente e a nostra insaputa, tutto ciò che è stato una volta sarà ancora. Tutto ciò che è accaduto o poteva accadere sta accadendo in ogni istante. Non si perde nulla nel passato e il futuro è ai nostri piedi, perché il presente, la dimensione dell'adesso, non ha fine.

Categorie di persone a cui questo libro piacerà sicuramente:

a) conoscete Napoli, più o meno bene, ne siete inconsciamente attratti pur non avendoci passato magari più che qualche giorno in vacanza, oppure avete vissuto o vivete in questa città folle, caotica, stratificata, geniale. Ritroverete allora tutta la magia di una passeggiata nei vicoli claustrofobici e congestionati dei Quartieri Spagnoli, di un percorso tortuoso e accidentato tra scalinate e improvvise piazzette piene di verde, fino a sfociare all'improvviso di fronte a un mare viola e maestoso, cinto ai lati da un vulcano iconico e dalla collina di Sant'Elmo, e con l'orizzonte occupato dal profilo dell'isola di Capri. Vedrete con i vostri occhi scorrere sulla pagina la vita frenetica e allo stesso tempo indolente degli abitanti di questa città, ascolterete la loro parlata lenta e sorseggerete con loro un meraviglioso caffè fatto come si deve, in una capitale maestosa e provinciale in cui non è mai notte, non è mai inverno, non c'è mai silenzio.

b) amate i viaggi lenti e pigri in barca a vela. Viaggerete allora insieme a Ernesto e al suo amico Il Rosso, saggio filosofo un po' folle, incontrerete insieme a loro personaggi misteriosi e vedrete luoghi onirici eppure reali, tanto reali da domandarci dove mai li abbiamo già visti, quando mai ci siamo già stati. Partirete da Barcellona e ve la lascerete indietro, viaggerete verso la Sardegna, affronterete tempeste e avvisterete misteriosi cargo sulla rotta verso Sorrento, naufragherete insieme ai protagonisti al largo di Punta Campanella e cercherete anche voi un modo per tornare indietro, anche se "indietro", forse, è un concetto sbagliato.

c) siete affascinati dai misteri della fisica quantistica e dagli enigmi della scienza moderna. Verrete allora trasportati agli albori della fisica più estrema, delle discussioni tra scienziati che sfociano in dibattiti filosofici e quasi teologici, ma su di un Dio diverso da quello tradizionale, creatore e dominatore, e piuttosto orientati a capire come possiamo noi stessi influenzare la realtà che stiamo vivendo, man mano che la viviamo.

d) avete letto e amato "La scomparsa di Majorana", di Leonardo Sciascia, e siete rimasti incantati dalla figura di questo scienziato geniale, inguenuo e tormentato che Enrico Fermi definiva un genio della statura di Galileo, o Newton, la cui scomparsa nel 1938 a borso del traghetto che lo portava da Palermo a Napoli costituisce uno dei grandi misteri ancora irrisolti della storia italiana.

e) vi piace la scrittura onirica, articolata, quasi barocca, in cui diversi piani temporali si intersecano nella narrazione, partendo da momenti opposti nello spazio e nel tempo per poi convergere al nucleo centrale della narrazione, alla rivelazione, alla svolta che dà un senso e inquadra perfettamente l'intreccio di mille fili colorati che finalmente danno vita all'arazzo, al quadro finale.

Categorie, tra quelle descritte sopra, a cui appartengo io: tutte.

Buone letture,
Eva.