martedì 19 dicembre 2017

RECENSIONE - "Il coro femminile di Chilbury" - Jennifer Ryan

Buongiorno!

Come vanno i preparativi per Natale? State anche voi fremendo (come me) in attesa della settimana più bella dell'anno? Io non vedo l'ora che arrivi venerdì per dedicarmi, finalmente e completamente, alla mia famiglia... che è poi  il motivo per cui già da dopo l'estate io comincio segretamente a pensare a pacchetti, albero e decorazioni (sono pazza, lo so). Visto che è ancora tempo di regali (e auto-regali), oggi parliamo insieme di un bel libro che ho letto qualche settimana fa, che, per inciso, ha una copertina davvero splendida!

RECENSIONE
IL CORO FEMMINILE DI CHILBURY
Jennifer Ryan
Trad. Maria Giulia Castagnone
2017, Feltrinelli

TRAMA: Kent, 1940. “Tutte le voci maschili sono assenti, perciò il coro dovrà essere sciolto.” È questo il messaggio che le signore di Chilbury trovano affisso sulla porta del municipio, dove il coro è solito riunirsi. Tutti gli uomini sono stati arruolati nell’esercito, e il parroco ritiene che un gruppo di donne non debba esibirsi da solo in tempo di guerra. Ma l’arrivo di una nuova insegnante di canto, Miss Prim, porta una ventata di aria fresca nel piccolo villaggio inglese provato dalla paura dei tedeschi, dai primi tragici lutti, dai razionamenti e dall’urlo delle sirene antiaeree nella notte. Così, la decisione è presto presa: il coro femminile di Chilbury non spegnerà la propria voce, ma servirà piuttosto a risollevare gli spiriti demoralizzati della comunità. La vedova Mrs Tilling, infermiera, un figlio appena partito per il fronte, vede il coro come un’opportunità per riempire il vuoto che le attanaglia il cuore. Per Miss Kitty Winthrop, invece, la giovane e precoce figlia del ricco proprietario di Chilbury Manor, il canto è un modo per oscurare la stella della sua affascinante sorella Venetia, decisa più che mai a conquistare ogni scapolo dell’alta società della contea. Intanto Edwina Paltry, una levatrice di pochi scrupoli, intravede l’occasione per arricchirsi in fretta e non esita a metterla in pratica stringendo un patto con il diavolo. Attraverso le lettere e i diari delle protagoniste, si dipana la storia di un gruppo indomito di donne e di una piccola comunità inglese messa alla prova dagli orrori della guerra. Tra intrighi, sospetti e pettegolezzi, si sviluppa un romanzo avvincente e ricco di verve, che racconta come la grande storia si riverberi sulle vite dei singoli e come, nei momenti difficili, la sopravvivenza possa dipendere non solo dal coraggio, ma anche dall’amicizia e dallo spirito di gruppo.

Era una notte senza luna, buio pesto. L'oscuramento aveva cancellato le luci dal mondo. Con un sorrisetto prudente, mi resi conto che non esisteva una legge che proibisse il canto, così lasciai che la mia voce si alzasse, in segno di sfida nei confronti della guerra.
Per affermare il mio diritto a essere ascoltata.

Come forse sapete, non sono per niente un animale social. Non ho fb, non sono in nessun gruppo, mi arrivano pochissime newsletter e quindi in genere sono poco informata sulle ultimissime uscite editoriali. Spesso vengo a sapere di un libro che può interessarmi settimane, se non mesi dopo la sua uscita, e quindi anche la mia eventuale recensione non è mai "sul pezzo". Inoltre la maggior parte delle mie letture sono relative a CE piccole e medie (un giorno di questi devo fare una piccola statistica su questo argomento), quindi raramente vi parlo dell'ultimo successo di cui tutti gli altri parlano.

Ecco, questo libro fa eccezione. Libro recentissimo, appena ho saputo della sua uscita (galeotto il blog di Stefy e Lea) sono corsa in libreria perché sentivo che dovevo averlo. E appena nelle mie mani, ho abbandonato qualsiasi altra cosa stessi leggendo in quei giorni e mi ci sono tuffata a pesce. Amandone ogni singola parola. Ogni. Singola. Parola.

E allora, perché non ve ne ho parlato subito? Perché ultimamente tendo sempre di più a parlarvi di un bel libro che leggo un bel po' di tempo dopo averlo finito? Il motivo è presto detto: perché sto cercando di ridare la giusta dimensione alla mia esperienza di lettura, che non voglio in alcun modo ridurre al dover poi scriverne qui sul blogghino. Leggo, mi emoziono, mi entusiasmo, ne parlo a mio marito, a mia mamma, e poi, solo poi, molto poi, mi decido a raccogliere le idee e a organizzarle per parlarne (più o meno compiutamente) qui nel mio angolo.

E de "Il coro femminile di Chilbury" sono tante le cose che si possono - e che vorrei - dire.
Vorrei dirvi infatti che l'ambientazione mi è risultata meravigliosamente congeniale: sia quella spaziale - la campagna inglese, provinciale e un po' chiusa - sia quella temporale - gli anni cupi della seconda guerra mondiale. Leggendo questo libro si è letteralmente trasportati nei luoghi e nei giorni descritti, tanto da faticare a uscirne, e da rallentare la lettura verso la fine per ritardare il momento di lasciare per sempre Chilbury, e smettere di leggere degli intrighi di Miss Edwina Paltry, del folle amore di Venetia Winthrop, dell'intelligenza discreta e della rettitudine di Mrs Tilling.
Vorrei dirvi che le canzoni citate nel testo ti entrano in testa, e ti ritrovi a canticchiarle mentre lavori, stupendo i tuoi colleghi e te stessa per come ti sei addentrata profondamente in anni così lontani, non solo nel tempo ma anche culturalmente e socialmente.
Vorrei dirvi che è interessante ed entusiasmante accompagnare un gruppo di donne dell'epoca nel loro progressivo rendersi conto di come i tempi stiano cambiando, volenti o nolenti, e assistere a piccoli momenti di ribellione femminile, e all'insorgere della presa di coscienza di molte rappresentanti del sesso debole, che in tempo di guerra paga(va) forse il prezzo minore in termini di vite perdute, ma non certo in termini di dolore e strazio per le perdite di mariti, fratelli, figli, che le lasciano sole a cercare di andare avanti, in qualche modo.
Vorrei dirvi che questo è stato il mio primo romanzo epistolare, e che se da un lato all'inizio ero un po' timorosa di affrontare questa forma di espressione così particolare, dall'altro, leggendolo, ho scoperto che è una modalità strepitosa, e che questa storia non avrebbe potuto essere raccontata in nessun altro modo.
Vorrei infine dirvi che i personaggi sono tutti incredibilmente vivi, reali, nei loro difetti e nelle loro qualità, che la storia funziona, che la trama avvince e che le avventure tragicomiche del coro femminile di Chilbury fanno compagnia proprio come quelle di un gruppo di vecchie amiche.

Buone letture,
Eva

4 commenti:

  1. Uaooo che bella recensione! Non pensavo che fosse così bello questo libro!!! Oltre al libro però voglio dirti che anche io sono come te per quanto riguarda scrivere le recensioni, me la prendo molto con calma a volte impiego anche giorni ma ho bisogno dei miei tempi.

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    1. Ciao Rosa, grazie. Sì, proprio un bel libro. E certo, ognuno ha i suoi tempi e a volte lasciar riposare un po' le sensazioni aiuta a focalizzare meglio i motivi per cui un libro ci è piaciuto tanto.
      Auguri!

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  2. Siamo state galeotte!!! Bellissima recensione. Io l'ho letto e amato, ma non so dirti perché poi non l'abbia anche recensito. Del libro ho apprezzato tanto la lenta presa di coscienza delle protagoniste, che all'inizio sono un po' leggere e non tanto simpatiche e poi evolvono. L'ho ordinato per la biblioteca e non vedo l'ora di proporlo ai miei utenti.
    Un abbraccio da Lea

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    1. Ciao Lea, grazie delle belle parole. Sì, nel libro è bello seguire l'evoluzione delle protagoniste, la loro storia che si intreccia con la Storia (quella con la S maiuscola). Anche la trama funziona molto bene, con i giusti colpi di scena e i punti di svolta al momento giusto. E poi, un romanzo raccontato in lettere e diario, a più voci... insomma, parlandone con te mi rendo conto che avrei ancora tanto da dire di questo libro. Davvero una bella lettura!
      Auguri!

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