domenica 31 luglio 2016

RECENSIONE: Il calcio in giallo - AA. VV.

Hello!

Eccomi qui in questa afosa, ultima domenica di Luglio, a parlarvi di un libro un po' diverso dai soliti che leggo. Sì, perché non è un romanzo ma una raccolta di racconti lunghi, come quella che vi presento oggi, e per di più tutti attorno a un argomento, il calcio, non proprio in cima ai miei preferiti (per usare un eufemismo). Mi piace molto lo sport ma preferisco quelli cosiddetti "minori", il rugby, la pallavolo... insomma, quelli fuori dai circuiti mediatici monopolizzati dal football, soprattutto nel nostro paese. Ma questo libro è stata l'occasione per scoprire e riscoprire autori nuovi o amati, in una dimensione particolare, e anche per una piccola... delusione.

RECENSIONE
IL CALCIO IN GIALLO
AA.VV
Esmahan Aykol, Gian Mauro Costa
Alicia Giménez-Bartlett, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Francesco Recami, Gaetano Savatteri




TRAMA: Lo chiamano il gioco più bello del mondo: una miscela esplosiva di emozione, spettacolo, entusiasmo, orgoglio; capace di precipitarti dall’esaltazione più sfrenata all’inferno della delusione. E ora che sta per arrivare l’appuntamento con gli Europei i tifosi si preparano.
Dal 10 giugno e per un mese 24 squadre di calcio si contenderanno il titolo. Cosa non succederà in quel fatidico mese? Gli investigatori della scuderia Sellerio, i personaggi letterari che hanno conquistato i lettori, questa volta si sono dati appuntamento allo stadio, o negli spogliatoi, o addirittura sui campi di gioco. Sono tifosi di calcio, sostenitori magari di squadre di infima serie, e si ritrovano in questa antologia accomunati da un’unica passione.

E' una recensione strana, questa che state leggendo, e per fortuna non dò i voti ai libri perché con questo sarei proprio in difficoltà, visto quanto diversamente ho apprezzato i vari racconti che lo compongono. 7 autori, 7 storie gialle, 7 scrittori che hanno creato un personaggio, più  o meno iconico e conosciuto, che usa le sue abilità investigative per risolvere piccoli o grandi misteri, in contesti diversi, città diverse, con carattere e spirito differenti e a volte opposti tra loro.

Alcuni li conoscevo già, li avevo già amati e apprezzati e sono stati una riconferma; qualcun altro mi ha lasciato un po' indifferente; tra quelli che non conoscevo, alcuni mi hanno sopreso in positivo, e qualcun altro deluso...

Una sinistra speranza (Alicia Giménez-Bartlett). L'ispettrice Petra Delicado e il suo vice Firmìn sono alle prese con un misterioso delitto a Barcellona, che coinvolge un poco amato arbitro delle categorie minori. Tra indagini che partono brancolando nel buio, piccoli episodi di vita quotidiana e personaggi un po' improbabili, i due riescono a risolvere il caso, anche se la soluzione lascia un po' di amarezza per come, a volte, va la vita. Leggerlo non è stato molto entusiasmante, la soluzione del giallo è un po' "telefonata", e i battibecchi dei due personaggi principali sono sempre un po' troppo uguali.
In una parola: superficiale.

Il passo dell'anatra (Gian Mauro Costa). L'elettricista e investigatore privato Enzo Baiamonte si trova suo malgrado coinvolto in una brutta storia che mischia calcio e sfruttamento degli immigrati clandestini. In una Sicilia troppe volte teatro di brutti episodi di cronaca, i piccoli "fatti brutti della vita" feriscono anche le personalità più solide e serene. Una bella penna che non conoscevo, per un personaggio interessante.
In una parola: amaro.

Progresso - Audace 3 -2 (Francesco Recami). Il pensionato-investigatore Amedeo Consonni è solo marginalmente presente in questa storia, in cui una girandola di storie apparentemente scollegate tra loro e completamente distanti, convergono sempre più velocemente verso un punto comune, in cui tutto si ricollega e si fa più chiaro. Turbamenti adolescenziali, frustrazioni di periferia, e sopra tutto un personaggio negativo  - un criminale - fantastico!
In una parola: fulminante.

E' solo un gioco (Gaetano Savatteri). Torna Saverio Lamanna, il disincantato, ironico, intelligente scrittore-investigatore siciliano nato dalla penna ispirata di Gaetano Savatteri, e questa volta affronta una "storia di calcio con delitto" che mischia tanti temi cari all'autore. A rendere eccezionale questo personaggio e le sue storie sono i dialoghi, che definire perfetti è riduttivo: precisi, taglienti, un'unanità siciliana che parla ed esce fuori dalle pagine come se fosse lì, accanto a te.

"Chi ti ha dato questo vestito?"
"Era della buonanima di mio cognato. Lo uso solo per funerali e matrimoni".
Prendiamo il caffè in silenzio.
"Mah, la vita" dice Peppe.
"Già".
"Siamo appesi a niente".
"Già".
"Oggi ci siamo".
"E domani non ci siamo. Peppe, dobbiamo continuare così?"
"Ti aiuto a entrare nell'atmosfera da funerale".
"Grazie, Peppe. Te ne dico un'altra: il morto stesso insegna a piangere. Questa la sapevi?"
"Sei senza cuore".
"Di mattina presto sono sempre senza cuore, mi spunta solo dopo mezzogiorno. Andiamo".

In questa breve storia di Savatteri ho ritrovato risate, malinconia, famiglia, sarcasmo, amore, rabbia, amicizia, vigliaccheria, coraggio. La vita.
In una parola: straordinario.

Donne con le palle (Marco Malvaldi). Il titolo mi ha respinto immediatamente, detesto questo modo di dire e poi il gioco di parole per raccontare di calcio femminile mi sembrava scontato. Sono partita quindi un po' in salita con questo racconto, in cui tra l'altro i miei amati vecchietti del Bar Lume sono un po' ai margini, e la storia all'inizio non mi ha preso subito. La soluzione del giallo è un po' veloce, però ragazzi: che gran bel personaggio, il vicequestore Alice Martelli.
In una parola: accattivante.

... e palla al centro (Antonio Manzini). Il mio primo incontro con Rocco Schiavone... e che incontro! In questo racconto lungo ho avuto modo di apprezzare a pieno il suo carattere spigoloso, la sua lingua tagliente e sboccata, il suo menefreghismo nei confronti delle regole e delle convenzioni sociali... Rocco è - si potrà dire in un post sul blog? - proprio uno stronzo! Ma di una simpatia unica. Veramente notevole, comincerò sicuramente la serie dei suoi romanzi lunghi.
In una parola: soprendente.

Rifugiato (Esmahan Aykol). Era l'unica autrice e l'unico personaggio (la libraia tedesca Kati Hirschel a Istanbul) di cui non avevo mai sentito parlare, e quando ne ho letto mi sono subito incuriosita: atmosfere a metà tra oriente e occidente, una libraia-investigatrice, e poi la realtà drammatica della Turchia di questi giorni... invece sono rimasta profondamente e dolorosamente delusa. Mi hanno spiazzato e colpito negativamente soprattutto i dialoghi: noiosi, privi di contenuto, lenti e mal costruiti. La storia poi è proprio esilina, e le prime venti pagine, in cui il problema turco è introdotto alla luce delle ultime vicende di cui leggiamo sui media, sono proprio aride. I personaggi sono senza spessore, e anche se capisco che nella dimensione del racconto non è facile trovare la giusta misura per delineare caratteri e personalità, dal momento che invece altri ci riescono benissimo posso senz'altro dire che questo mio esperimento con quest'autrice è decisamente fallito.
In una parola (e mi dispiace tanto pronunciarla): brutto.

Cheers,
Eva


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